Salone del libro di Torino 2018
Eccomi tornata alla mia fiera preferita; l’anno scorso non vi ho potuto partecipare e ora mi chiedo come diavolo ho fatto a rimanere a casa con il pensiero che a Torino, invece, c’era il mondo.
Devo dire che è stata una fiera “particolare”. Diversamente dagli altri anni ho sentito molto di più i difetti di questo Salone, forse anche per una maggiore consapevolezza o una maggiore conoscenza dell’ambiente. Nonostante queste piccole cose, come al solito sono tornata a casa contentissima, piena di felicità per aver conosciuto nuove case editrici, per aver incontrato tante persone ma soprattutto per aver allungato ancora di più la mia wishlist. Il motto è: tre vite non bastano.
Non ho partecipato a molti incontri, anzi, si può dire che non ho partecipato agli incontri. Purtroppo la maggior parte degli eventi che mi interessavano si tenevano in momenti in cui io non c’ero (ci sono stata da sabato pomeriggio a lunedì mattina), oppure erano cose davvero poco interessanti o cose per cui bisognava fare una fila immensa, vedi: Piero Angela. In compenso ho camminato tantissimo, per la maggior parte del tempo ho parlato con gli editori e sono davvero felicissima di aver conosciuto persone splendide all’interno di questo settore, che davvero si fanno in quattro per il loro lavoro.
Veniamo agli acquisti: pochi e ragionati. Avrei voluto fossero di più ma alcuni titoli che desideravo erano terminati. Da una parte va bene così, questa magistrale mi sta prosciugando la vita e il tempo per leggere ormai è nullo.
Da ABEditore ho preso una di quelle bustine bellissime contenenti favole, io ho scelto le Favole Provenzali. Non ho ancora aperto la busta perché non voglio rovinare il sigillo (lo so, sono matta), ma lo farò presto e ve ne parlerò. Oltretutto sono rimasta sorpresa dall’allestimento del loro stand, uno dei più belli di questo Salone, e il loro catalogo mi ha davvero incuriosita, sicuramente alla prossima fiera recupererò qualche loro pubblicazione.
Da Clichy, che ringrazio davvero tantissimo, mi sono stati donati tre titoli: due della collana Sorbonne che si occupa di biografie e analisi di grandi autori o personaggi, in particolare: Il lamento della regina a cura di Leonetta Bentivoglio, dedicato a Sylvia Plath e L’incisore della vita a cura di Antonio Lanza, dedicato a Raymond Carver; due dei miei principali amori letterari, come sapete. Il terzo libro mi è stato caldamente consigliato ed è Le parole mai dette di Violaine Bérot; fa parte della collana dedicata alla letteratura francese contemporanea e mi incuriosisce tantissimo, non vedo l’ora di leggerlo.
Infine, a parte la mappa del malandrino che in realtà è destinata a mia sorella, ho preso il primo volume di Gargantua e Pantagruele di François Rabelais, edito da Gorilla Sapiens. Mi sono innamorata delle illustrazioni ma, in generale, mi sono innamorata di loro. Li ho conosciuti a questo salone e sono rimasta davvero colpita dalla cura delle edizioni, dalla grafica, dal modo in cui il libro si approccia al lettore dalla quarta di copertina. Naturalmente tutti i loro titoli sono finiti in wishlist.
Credo di aver scritto abbastanza e di avervi annoiato abbastanza per oggi. Con felicità per aver vissuto quest’altra esperienza e tristezza perché è già finita vi dico che non vedo l’ora di parlarvi di tutti questi libri.
Buone letture, Esther Greenwood